il Triglav sarebbe dovuto scendere sino a Podbrdo, Podlanišče e Idrija. Da qui il confine si sarebbe diretto a sud-est verso il monte Snežnik, e sarebbe corso in modo da inglobare Kastav, Matulji e Volosko nel territorio italiano. La città di Reka (Fiume), che apparteneva alla parte ungherese della monarchia asburgica, non rientrava nell’accordo. Quest’ultimo definiva inoltre con precisione i territori che l’Italia avrebbe ottenuto in Dalmazia, e le concedeva il diritto di partecipare alla spartizione della parte asiatica della Turchia nonché delle colonie africane. L’ultimo articolo dell’accordo obbligava l’Italia a dichiarare guerra all’Austria-Ungheria entro un mese dalla firma del patto. Il confine stabilito dall’accordo di Londra separava un quarto del territorio nazionale sloveno - la sua parte occidentale - dalla propria nazione madre. L’accordo rappresentava nel contempo la realizzazione del processo di unificazione dell’Italia, iniziato nel XIX secolo, e garantiva inoltre all’Italia quei confini strategici che sarebbero serviti a proteggere i nuovi territori; tuttavia le rivendicazioni territoriali dell’Italia andavano ben oltre l’originaria idea di unificazione nazionale, in quanto si spingevano al di fuori del territorio nazionale italiano ed andavano a violare zone che dal punto di vista etnico erano indiscutibilmente slovene, croate e tedesche.
Il 4 maggio 1915 l’Italia denunciò il patto della Triplice Alleanza ed il 23 maggio dichiarò guerra all’Austria-Ungheria. Immediatamente dopo la denuncia dell’alleanza ambedue le parti iniziarono a prepararsi febbrilmente allo scontro. Il 13 maggio le autorità austriache vietarono il traffico delle automobili e dei motocicli nei distretti politici di confine di Gorica e dintorni. Gradisca d’Isonzo, di Tržič (Monfalcone), di Sežana, di Tolmin e di Trieste. Già alcuni mesi prima dell’intervento italiano gli uomini dell’Isontino e delle zone austriache del Friuli erano stati arruolati ed inviati sul fronte russo. Nelle zone austriache di confine il 19 maggio vennero chiamati alle armi tutti gli uomini rimasti tra il diciottesimo ed il cinquantesimo anno d’età, mentre le autorità confiscarono pure il bestiame ed i carri. Tre giorni dopo vennero arrestati ed internati i cittadini italiani tra il diciottesimo ed il quarantaduesimo anno d’età (l’età di leva in Italia); i centri abitati al confine con l’Italia vennero evacuati.