come avvenne nel 1763 in Friuli, quando l’intero distaccamento di stanza nella città di Cividale, in perlustrazione nelle alte valli della cosiddetta Schiavonia veneta, sorpreso mentre si accampava in un bivacco, venne massacrato dagli abitanti che, non visti, lo avevano tallonato per giorni in attesa del momento più propizio per assalirlo.[13]
Ma già il superamento della frontiera e il trafficare entro un breve raggio offrivano buone opportunità di guadagno. Nell’agosto del 1728 Charles-Louis di Montesquieu, iniziando il suo viaggio in Italia, annotò nel suo diario come, superato il confine provenendo dalla Carniola, entrato nello Stato veneto tutto costasse improvvisamente il doppio, dai prodotti di largo consumo al vitto per gli stranieri.[14]
Tra gli innumerevoli prodotti contrabbandati nel corso del ’700 sicuramente il tabacco offriva profitti tra i più sicuri e consistenti. Per tutta l’età moderna, a partire dal 1681, l’importazione, la distribuzione, l’esportazione e la coltivazione dell ’erba regina rimasero sottoposte ad un rigido regime di monopolio, disciplinato inizialmente dalle regolamentazioni emanate nel febbraio del 1654, in seguito dalle norme relative emanate per l’assegnazione a privati su base d’asta. Dalla prima concessione, aggiudicata nel 1657 a Francesco Rinaldi per sei anni dietro l’esborso complessivo di 46’000 ducati, la condotta del tabacco ebbe un incremento costante e continuo. La seconda assegnazione venne attribuita per 85’500 ducati, con un incremento di poco meno del 90% rispetto alla prima condotta, mentre la tendenza ad un forte rialzo non subì significative interruzioni, permettendo all’erario di incamerare un gettito ragguardevole di risorse monetarie considerando che l’ultima condotta venne assegnata da Girolamo Manfrin, disposto ad offrire oltre 7 milioni di ducati, circa 600’000 ducati annui. Si trattava di una somma enorme, superiore di quasi tre volte gli introiti annuali dell’imposta fondiaria.[15] Le ragioni di questo incredibile incremento, quasi 80 volte superiore rispetto alla prima concessione, sono individuabili soprattutto nella rapidissima diffusione del consumo di tabacco - da fiuto, da fumo, da masticare, in foglia, miscelato in polvere - presso ogni categoria sociale, tra le classi agiate come tra i ceti meno abbienti, divenuto ben presto uno di quei lussi elementari e indispensabili, con una fortuna ancora maggiore di quella del tè o del caffè, in grado di «sedurre» - per dirla con Victor Kiernan - ogni razza, ogni classe, dell’età dall’adolescenza alla tomba.[16] Tanto che ben presto nel corso del ’700 nella composizione del salario previsto per le compagnie di boscaioli ingaggiati dai mercanti di legname era espli-