negozio ormai stabile ed una divisione del lavoro congegnata in modo che uno dei fratelli faccia la spola tra casa e foresto, e l’altro badi al negozio durante l’assenza ed il rifornimento; l’ingresso della terza generazione, i cugini, nell’universo mercantile, fa gemmare nuovi e non distanti negozi, in un processo di espansione prudente ed oculato. I dati vengono confermati dallo studio delle proprietà negli archivi patri ed oltralpini.
5. Si trattava dunque di un’emigrazione stagionale invernale terziaria. Gli uomini partivano dai loro villaggi in autunno, prima che la neve chiudesse i valichi alpini; ritornavano a primavera inoltrata, quando le strade erano ridivenute praticabili. Ma non si trattava sempre di un ritorno annuale: i soggiorni avevano durata più o meno protratta a seconda dei mestieri e dove e quanto lontano dalla patria esercitati, e diversa in dipendenza dalle congiunture economiche nel corso dei tre secoli che qui si esaminano. Alcuni si trasferivano all’estero loco et foco, dopo aver vendute le sostanze e rinunciato ai diritti. Fare delle distinzioni molto precise tra tipologie migratorie - stagionale, temporanea, definitiva - che convivevano e si sovrapponevano non è agevole.
Un’ulteriore complicazione viene introdotta dalle distinzioni necessarie tra i Landmaterialisten («materialisti» di campagna) e gli Stadtmaterialisten («materialisti» di città); e, fra i primi, tra chi conduceva gli affari, rischiava ed intascava denari, ed aveva alle dipendenze uno o più lavoranti («patrone»), chi portava da sé la sua crassigna e bussava alle porte (VHausierer), ed il servitore che per un salario supponiamo misero portava le mercanzie altrui (il Träger); e, tra gli stanziali, fra chi mercantava al confine dell’illecito e chi era ormai aggregato alla città, teneva negozio aperto in piazza e si faceva chiamare Kaufmann o magari Handelsmann.[23]
Discorso analogo vale per i tessitori. Anche in Carnia, tuttavia - come in tante altre regioni alpine - l’emigrazione stagionale annuale era più consistente; quella temporanea, limitata; quella definitiva, presente in misura anche significativa durante il Seicento, conobbe lunghi periodi di stasi (in particolare nella prima metà del Settecento) ma riprese vigore a fine secolo, quando già si intravedevano i segni del disfacimento del sistema economico tradizionale.
D’estate, dunque, le montagne si ripopolavano e si rianimavano. D’estate si concludevano gli affari, si pagavano gli affitti, si stipulavano i livelli, si