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Page:Labi 2009.djvu/75

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nella posizione sociale delle donne; il che ha fatto prendere agli storici ed ai filosofi il grado di elevazione o d’abbassamento delle donne pel migliore e più sicuro criterio pella spedita e comoda misura della civiltà di un popolo e di un tempo.»[34] Tesi «corrett[a] per quel che riguarda il confronto statico fra strutture diverse»,[35] ma non condivisibile nella dinamica storica dell’evento, di cui la svalutazione della emigrata di ritorno è un emblematico caso di «ab- bassamento» sullo scenario progressista dell’economia industriale.

Il mio approccio di analisi si pone quindi in maniera critica rispetto alla frase di Stuart Mill, che trovo affascinante proprio per le sue implicite contraddi- zioni, tanto più interessanti perché proposte da uno dei grandi pensatori del XIX secolo. L’ipotesi sulla svalorizzazione dell’emigrata di ritorno è suffragata anche dall’individuazione della sua svalutazione morale in funzione di quella economica, che portava - inevitabilmente - al contenimento del salario fem- minile secondo la convenienza del mercato del lavoro di allora: fine vero di tutto questo negativo processo e concreto «abbassamento» della lavoratrice. Il rapporto fra popolazione-economia-uomo e produzione è strettissimo, come dimostrano i molti studi fatti dagli storici dell’industrializzazione, però non è stato ancora adeguatamente valutato in termini economici l’apporto dato dalle lavoratrici, né i costi che esse hanno dovuto pagare in quanto donne e di cui la strumentalizzazione delle «patologie sociali» rappresenta uno degli aspetti di svilimento più deteriore. Inoltre, se per lo studio delle epidemie o delle malattie professionali correttamente intese la documentazione è relati- vamente attendibile e sufficiente - quando stimolata dall’alta mortalità -, per le patologie endemiche e di lenta evoluzione (come la pellagra o la tubercolosi) che maggiormente interessavano la strumentalizzazione sociale, l’attenzione statistica scemava e le testimonianze pure, stante che la loro letalità tendeva a scomparire nella normale risoluzione di un’esistenza.

Cesare Lombroso aveva spesso lamentato l’assenza di una statistica sanitaria organizzata, al punto da fargli dire che i commenti correlati a quelle cifre mancavano di un significato accettabile. Inoltre il ritardo con cui solita- mente si consultava il medico era secondo il Nostro uno dei motivi per cui «la mortalità [era] così grave come in pochissime delle nazioni europee»; carenze organizzative e di ritardata cura concorrevano parimenti ad una cattiva rilevazione delle cause.[36] Se a tutto ciò si aggiunge, nel presente approccio di analisi, la manipolazione delle cause reali, il quadro che si ricava sulle pato- logie riportate dalle migranti è a dir poco confuso, per non dire sconfortante a fronte della pochezza dei documenti. Inoltre, si deve considerare che molte