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Vocabolar dl ladin leterar/Il lemmario

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[ XXI ]

Il lemmario

Da tutti i ca. 20.500 types (forme con ortografie diverse) contenuti nel corpus del VLL vol. I è stato distillato un lemmario di 4.796 capolemmi, che costituiscono il contenuto del volume.

Le parole da mettere a lemma sono state individuate secondo i seguenti criteri:

a) Parole ladine o usate come parole ladine. Sono perciò state escluse le parole contenute in pas-saggi volutamente in italiano o tedesco (o in altre lingue, per esempio in latino) di testi ladini; mentre invece sono stati accolti tutti i prestiti.

b) Parole passibili di variazione intraladina o tra il ladino e l’italiano e/o il tedesco. Sono perciò stati esclusi tutti i cognomi, ma inclusi gli antroponimi, i nomignoli e soprattutto i toponimi. L’inclusione di questi ultimi nel VLL è stata fatta anche per agevolare la comprensione dei testi stessi.

c) Parole formalmente identiche, ma appartenenti a categorie grammaticali diverse, vengono riu-nite sotto un unico capolemma. È il caso in particolare degli infiniti e dei participi dei verbi della prima e della quarta coniugazione ladina, identici sia nel Ladin Dolomitan che nel gad., fod. e amp. (per il grd. e il fas. va tenuto conto dei rapporti sistematici che intercorrono tra l’infinito e il participio della prima coniugazione: infinito grd. ­é o ­ë, participio ­à; fas. ­èr, participio ­é). Un capolemma come arfamé riunisce perciò le categorie grammaticali arfamé v.tr. ‘affamare / aushungern’, p.p. come agg. ‘affamato / hungrig, ausgehungert’ e p.p. come s. ‘affamato / Hun-gernder’. L’inclusione del p.p. come agg. è estesa anche ai verbi della seconda e terza categoria, dove l’identità formale a rigore non è data. Il capolemma morì ‘morire, perire / sterben, umkom-men’ raggruppa anche le forme p.p. come agg. mort, morc, morta, mortes ‘morto / tot, gestorben’. I p.p. come s. di verbi della seconda e terza coniugazione danno invece origine a un capolemma distinto, come nel caso di mort ‘morto / Toter, Verstorbener’.

d) Parole di genere diverso, ma riconducibili alla semplice mozione mediante ­a, danno origine a un unico capolemma (per esempio, le forme di mut ‘ragazzo, giovane, bambino, figlio / Jun-ge, Knabe, Kind, Sohn’ e muta ‘ragazza, giovane, bambina, figlia / Mädchen, Tochter’ sono ri-unite sotto mut). Qualora però la forma femminile abbia un significato particolare, scollega-to da quelli della forma maschile, essa forma un capolemma a parte. È il caso per esempio di vedla ‘spazzaforno / Ofenwisch’, il cui significato non è riconducibile alla semplice mozio-ne di vedl ‘anziano, vecchio / Alter, Greis’ in vedla ‘anziana, vecchia / Alte, Greisin’. Formano un capolemma a parte anche le parole femminili formate da morfemi diversi dalla mera ­a (per esempio conte ‘conte / Graf’ e contessa ‘contessa / Gräfin’, entrambi a lemma).

e) Parole con etimologie prossime diverse danno origine a capolemmi diversi. In particolare, è stata prestata molta cura alla distinzione tra parole ereditate e le diverse tipologie di prestiti. Gli equivalenti ladini per ‘staio / Scheffel, Star’ (per esempio) hanno dato origine a tre capolemmi diversi: sté (con le forme grd. fas. sté, amp. stei < SEXTĀRIUS), star (gad. col. star < dtir. e/o nord-ven. star) e ster (fod. ster < nordven. ster). La differenziazione etimologica è un principio fondamentale alla base della costituzione del lemmario del VLL. Perciò formano due capolemmi diversi anche tipi lessi-cali come soredl (gad. MdR sorëdl, grd. surëdl, fas. soreie) < *SOLICULUS da una parte e sorodl (fod. sorogle, amp. soroio) < *SOLUCULUS dall’altra, che normalmente vengono considerati cognati. f) Parole con la stessa etimologia danno origine a capolemmi diversi qualora la loro foneti-ca e/o funzione lo richieda. I pronomi personali vos ‘voi / ihr’ e ves ‘vi / euch’ risalgono entram-bi a VŌS, ma il loro differente impiego (tonico vs. atono) li ha differenziati foneticamente. Molti verbi originariamente cognati sono stati inseriti in ladino in classi di coniugazione diverse: anche [ XXII ] ad essi sono stati attribuiti capolemmi diversi. Perciò il VLL separa casi come temei (gad. grd. MdR temëi, fod. temei) < TIMĒRE) da teme (fas. témer, col. amp. teme) < TIMĒRE con cambio di coniugazione indotto dalle forme rizotoniche del verbo.

g) Parole etimologicamente cognate ma con prefissi o suffissi diversi formano capolemmi separati: per esempio il capolemma troi ‘strada sterrata / Weg’ (gad. tru, grd. fas. amp. troi, fod. trou †) < *TROGIUM è distinto dal capolemma teriol ‘sentiero / Pfad’ (fod. teriol, col. triol) < *TROGIUM con suffisso diminutivo.

Ogni variante dialettale contenuta nel vocabolario (anche se formalmente identica al capolemma) compare in ordine alfabetico con un rinvio al rispettivo capolemma. Qualora una varietà di vallata contempli più forme (per esempio fod. aldidancuoi, al di da ncuoi), le forme alternative (al di da ncuoi) rimandano alla forma principale (aldidancuoi) e quest’ultima al capolemma (aldidancuei).